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Bambini aggressivi. Cosa fare?

Psicologia

I bambini, soprattutto se molto piccoli (prima infanzia), non hanno ancora filtri per l’espressione delle proprie emozioni e possono agire d’impulso.

In alcuni casi, può capitare che, comportamenti che noi adulti interpretiamo come aggressivi, possono non aver avuto tale intenzionalità.

Dobbiamo, inoltre, tenere presente che l’aggressività ha anche una componente fisiologica, nel momento in cui serve al bambino per difendere sé stesso e le proprie cose.

Quando preoccuparsi per un comportamento aggressivo?

A partire da questi presupposti, c’è da dire che l’aggressività del bambino può, in alcune situazioni, essere motivo di preoccupazione.

Questo accade, per prima cosa, quando il bambino, considerata l’età, dovrebbe aver ormai assunto consapevolezza del danno che può arrecare all’altro.

Oppure quando il bambino aggredisce persone o cose che non gli hanno causato alcun danno, né minacciato o cercato di prendergli alcun oggetto o gioco. O ancora quando la reazione ai comportamenti negativi altrui è eccessivamente sproporzionata o se tende ad interpretare come negativi comportamenti che, in realtà, non lo sono.

Per gestire l’aggressività, un ruolo importante è dato dalla relazione con i genitori. La funzione primaria genitoriale dovrebbe essere quella di aiutare il bambino a modulare le proprie emozioni. Per fare questo, è importante che adulto e bambino creino un legame che dia sicurezza a quest’ultimo. Il bambino deve essere consapevole che, quando prova qualsiasi emozione, anche quelle considerate “negative” in ambito sociale (rabbia), c’è un adulto che è pronto a sintonizzarsi emotivamente con lui e ad aiutarlo a contenere sensazioni e impulsi che non è ancora in grado di gestire in autonomia.

aggressività infantile

Cosa devono fare gli adulti?

E’ importante far capire al bambino che l’emozione in sé non è sbagliata ma può esserlo il modo in cui viene espressa.

E’ necessario insegnare le conseguenze che un determinato comportamento può generare sull’altro, aiutandolo a sviluppare l’empatia. Questo fin dai primi anni del bambino, anche se pensiamo possa essere troppo piccolo.

Non ci si può aspettare che il bambino impari a regolare da solo le proprie emozioni e comportamento: questo deve venire attraverso la mediazione dell’adulto, che deve aiutarlo a dare significato e a verbalizzare le proprie emozioni, trovando strategie alternative per gestirle.

Infine, è fondamentale far sentire che si è vicini al bambino, per dare dei “confini” che lo aiutino a gestire una situazione difficile.

Come adulti, dobbiamo fungere da modello: se noi stessi utilizziamo modalità aggressive (che non significa necessariamente usare violenza fisica ma anche toni di voce eccessivi o parole negative e svalutanti) non faremo altro che accrescere il comportamento aggressivo del bambino stesso.

Dott.ssa Francesca Vecchione

Psicologa Psicoterapeuta

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