Via del Faiti 9, 34170, Gorizia
+39 3290703440
info.vecchione@gmail.com

Hikikomori: il ritiro sociale in adolescenza.

La parola Hikikomori indica una nuova sindrome adolescenziale, scoperta e diffusasi da una decina d’anni. Il termine, di origine Giapponese, significa letteralmente “stare in disparte” e viene usato per descrivere una forma di ritiro sociale, sempre più frequente tra i giovani.

Caratteristica dei ragazzi ritirati socialmente è quella di sottrarsi alle relazioni: abbandonano la scuola, non frequentano i coetanei, si chiudono nella loro stanza, fino a rifiutare anche i contatti con i genitori. Tendono, inoltre, a invertire i ritmi circadiani, dormendo di giorno e stando svegli durante la notte, spesso collegati alla rete.

Nell’hikikomori vi è, quindi, il passaggio da relazioni reali a relazioni immaginarie e virtuali.

Qual è la causa del ritiro sociale?

La tendenza è quella di incolpare la rete come causa del ritiro sociale. In realtà, internet non sembra essere la causa del ritiro ma la conseguenza. Rappresenta una sorta di fuga, di difesa.

Nella società odierna, prevale un ideale narcisistico in cui viene dato risalto ed è richiesta l’esposizione del corpo, che deve essere adeguato a tale esposizione. Questo piò portare molti ragazzi, soprattutto gli adolescenti che si scontrano con i cambiamenti della propria fisicità dovuti alla crescita, a percepirsi come non conformi a tale ideale. Per questo, molti di loro preferiscono rimanere nella relazione virtuale, che li “protegge” da tale esposizione.

Hikikomori

Il ritiro sociale aumenta il rischio suicidario?

Il ritiro sociale potrebbe, in realtà, proteggere rispetto al suicidio. Nella rete, l’adolescente può trovare una realtà relazionale sostitutiva in cui non ha bisogno di esporsi. Questo potrebbe essere protettivo rispetto a idee suicidarie.

Cosa devono fare i genitori?

Spesso si pensa di dover allontanate i figli dalla rete e portarli ad entrare in contatto con il mondo esterno. Questo, però, può aumentare i rischi.

Più utile è cercare di creare una comunicazione a partire dal sintomo: capire cosa fa il ragazzo in rete, che realtà si è costruito. Utilizzare il sintomo per creare una comunicazione genitore/figlio. Per migliorare questo tipo di relazione, può essere d’aiuto avvalersi della consulenza di un esperto.

Dott.ssa Francesca Vecchione

Psicologa Psicoterapeuta